Addio agli alberi nel corso di Nova Siri...

foto ninOOriolo

alberatura corso siris nova siri

Ringrazio Nino Oriolo per la possibilità che mi dà di poter avere un spazio su cui poter intervenire esprimendo la propria opinione su delle immagini mostrate dell’abbattimento di alcuni Gelsi dell’alberatura del Corso Siris, pertanto vorrei cominciare facendo una breve premessa.

 Il valore culturale delle alberate cittadine è ritenuto da molti esperti indiscusso e va a valorizzare il paesaggio culturale, ovvero il paesaggio influenzato dall’uomo la cui struttura e componenti sono caratterizzati da elementi paesistici naturali e dall’uomo e le sue opere; Restando nell’ambito paesaggistico questo concetto ha tanto più valore quanto più le alberate sono poste in luoghi maggiormente rappresentanti di un determinato contesto urbano, quali piazze centrali, viali e corsi principali. Alla funzione culturale potrebbero sommarsi poi quelle: estetico-paesaggistiche, sociale, legislativa.

Pongo l’attenzione sul perché, che valore apportano ad un determinato contesto urbano la presenza delle alberature, in quanto personalmente per formazione scolastica e in quanto cittadino di Nova Siri mi ha dato dispiacere, credo molto condiviso, il vedere abbattuti da un giorno all’altro una parte dei Gelsi del Viale Siris. Il contestuale rifacimento dei marciapiedi potrebbe ad avviso di qualcuno, parlo dei cittadini, apparire come la logica spiegazione, la qualcosa non mi trova affatto d’accordo, vorrei approfondire il discorso.

Tra i motivi che possano consigliare l’abbattimento vi è in primo ordine quello di carattere fitosanitario, che potrebbe anche portare all’abbattimento in condizioni di scarsa stabilità del singolo albero e non certo di questo e quelli limitrofi; I soggetti  tagliati, sono sì in parte attaccati da carie bruna ma non in proporzioni tali da destare preoccupazione ciò in accordo con le basi teorico-sperimentali e le conseguenti applicazioni pratiche, ormai riconosciute dalla gran parte degli operatori,  di Klaus Mattheck ed Helge Broeler il loro metodo V.T.A. (acronimo di Visual Tree Assesment) ovvero analisi visiva di stabilità ovviamente degli alberi.Di questa ciò che  interessa è che dalle sue prove sperimentali su quasi 1.000 alberi cavi caduti il rapporto tra lo spessore di tronco residuo poniamo t ed il raggio complessivo del tronco cavo poniamo R, ebbene il rapporto t/R era quasi per tutti gli esemplari inferiore a 0,3 cioè tali alberi cedevano quando più dei 2/3 del tronco era cavo, mentre in caso di drastiche potature tale rapporto scendeva a 0,2 ovvero quando il tronco era cavo all’ottanta per cento.Gli esemplari abbattuti avrebbero dunque dovuto mostrare una cavità pari a 4/5 dell’ ampiezza del tronco.

Altra possibile causa di preoccupazione può essere l’attacco di marciumi radicali che deteriorando le radici più grosse, quelle a funzione meccanica, di ancoraggio ne possono determinare la caduta, personalmente e anche a giudicare dalle foto di tali marciumi non vi è traccia, colgo l’occasione per invitare chiunque dal dimostrarmi con delle chiare foto il contrario.

Invito pertanto a chi può di consultare la cittadinanza quando viene interessato un pezzo della sua cultura.

Un saluto a tutti da Manolio Marcello.